Eventi commemorativi del 26 giugno 1959
• Premiati nel 2011 con medaglia del Presidente della Repubblica •
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Eventi commemorativi 2009
Alberto Colombo ha presentato il volume Il disastro aereo del 26 giugno 1959 a Olgiate Olona il 16 gennaio 2009 a Castellanza (Università terza età) e il 15 febbraio 2009 in biblioteca a Livraga, incontrando qui autorità locali e familiari dei quattro giovani livraghini periti nella sciagura (sintesi nell’articolo de Il cittadino di Lodi).
Commemorazione 50° anniversario disastro aereo
Venerdì 26 giugno 2009 il 50° anniversario organizzato da volontari coordinati dal sindaco Giorgio Volpi e da Alberto Colombo è stato giorno memorabile per Olgiate Olona. Alla commemorazione hanno partecipato una settantina di familiari (giunti da Livraga, Milano, Palermo, Bollate, Pioltello, Sesto San Giovanni, Maastricht, Chicago, San Francisco, Kansas City), il console aggiunto del Consolato di Francia a Milano, i sindaci della Valle Olona, rappresentanti di confessioni religiose, autorità militari (caserma “Ugo Mara” Solbiate Olona e 2° Magazzino centrale Aeronautica militare Gallarate), Croce rossa italiana e Infermiere volontarie, testimoni oculari ed ex soccorritori (Croce rossa Busto Arsizio, Vigili del fuoco Gallarate-Busto Arsizio, Carabinieri, ex dipendenti Twa e dell’aeroporto Milano-Malpensa).
A una preghiera privata nel cimitero olgiatese sulla tomba di Maria Fermi hanno fatto seguito l’annullo filatelico di Poste italiane con cartolina commemorativa e la solenne cerimonia (testi in italiano e inglese): corteo dal municipio al monumento memoriale, lettura nomi delle settanta vite immortali, preghiera ecumenica internazionale di suffragio, intitolazione di via 26 giugno, scoprimento lapide a ricordo del cinquantesimo, Serata della memoria nella Prepositurale Santi Stefano e Lorenzo (repertorio musicale eseguito dai The Swingles, brano e video Olgiate Olona, 26 Giugno 1959 di Nicola Puddu); e poi arte (olio su tela del pittore olgiatese Ernando De Dionigi donato al Comune), poesia (del legnanese Cristiano Comelli), solidarietà (veicolo Ape car per la cooperativa “Massimo Carletti” di Olgiate Olona).
Presentazione volume commemorativo 50° anniversario
Consegna Ape car in memoria delle settanta vite immortali
Sull’onda dell’apprezzamento generale suscitato dal 26 giugno 2009 e raccogliendo testimonianze giunte da familiari, soccorritori e testimoni oculari, Alberto Colombo ha realizzato l’opera Settanta vite immortali. Volume commemorativo 50° anniversario 26 giugno 1959 Olgiate Olona - sostenuta dall’Amministrazione comunale olgiatese e omaggiata alle famiglie del paese - presentata il 12 dicembre 2009 in municipio a Olgiate Olona: durante la cerimonia è stato consegnato alla cooperativa Massimo Carletti il veicolo Ape car segno di solidarietà in memoria di settanta vite immortali (che nel 2016 ha cessato attività).
Testimonianze Commemorazione del 50° anniversario
Carlo Eugenio Cavallanti, Italia - figlio di Franco Cavallanti e nipote di Gabriele Cavallanti:
«26 giugno 2009. Olgiate Olona, ore 17:33. Commemorazione delle vittime della tragedia aerea del 1959. Momento della lettura dei nomi delle vittime, alle nostre spalle i tuoni annunciano un temporale in arrivo, nel cielo ad alta quota, senza averne la visione, il rumore dei motori un aereo, sirene di un’ambulanza in autostrada in zona limitrofa e il tocco scandito delle campane a lutto per le 70 vittime. Un momento in cui si sono concatenate una serie di coincidenze, (ma sarà proprio così?), o loro erano davvero lassù a segnalarci la loro presenza? Io, figlio di una delle vittime, all’epoca bambino, ho vissuto un momento di dolore, ma con serenità d’animo, perché finalmente in quell’istante ho trovato mio papà Franco, l’ho “scoperto”, l’ho “sentito vivo”, in quel momento di lutto».
Emanuele Castelnovo, Italia - figlio di Pietro Castelnovo:
«Dottor Alberto Colombo, la Commemorazione è stata davvero all’altezza del suo artefice: sentita, sobria e toccante al tempo stesso. Non le nascondo che, cinquanta anni dopo, sentire il nome di mio padre Pietro scandito così, in mezzo a tutta una comunità che si è stretta intorno a noi familiari, mi ha da un lato fatto sentire ancora più forte la mancanza che ho subito nella mia vita, ma dall’altro ho sentito che tutti noi presenti abbiamo, forse definitivamente, compiuto un atto che colma una distanza che fino a oggi nessuno aveva cercato di eliminare. Mia madre Carla avrebbe voluto tanto essere presente, ma io stesso ho preferito non sottoporla a un altro piccolo trauma: l’ho avvertita un paio di giorni prima ma, nonostante ciò, l’agitazione era subito salita a mille. A nome di tutta la mia famiglia un enorme grazie a lei che veramente ci ha fatto un regalo il cui valore è inestimabile: la ricorderemo per sempre, così come non potremo mai dimenticare il suo impegno, la sua passione e la sua sensibilità nel trattare un fatto di storia come questo in modo assolutamente disinteressato. Io mi auguro di poterla ancora incontrare in futuro e, in ogni caso, sappia che, per qualsiasi cosa, io sarò sempre disponibile. La prego di ringraziare il sindaco, perché anche in questo caso ho capito che ciò che è stato fatto venerdì 26 giugno muove da un’emozione sincera».
Gabriella Sacchetti, Italia - figlia di Maria Fermi Sacchetti:
«Gentile dottor Alberto Colombo, la ringrazio molto per tutto quello che ha fatto riguardo alla Commemorazione del tragico incidente e delle sue vittime. Ci scusiamo per non aver potuto rimanere per tutta la cerimonia. Il monumento ci è sembrato adatto a ricordare la sciagura. È stato impressionante rivedere quel bosco molto spesso da me rievocato e ripensato. Lì ho risentito anche l’odore particolare di quei giorni. È stato anche importante ascoltare alcune testimonianze di persone che hanno vissuto il 26 giugno 1959. I signori Landoni sono stati veramente affettuosi con noi e così anche il parroco e gli altri. È vero, come lei pensa, che non bisogna dimenticare; ma sono consapevole del grande lavoro che questa rievocazione ha comportato. La saluto con cordialità insieme con mio marito Mario Napoleoni. Ancora grazie».
Donald Edward Lueke e Rosine Lueke, USA - familiari di Donald Albert Lueke:
«Carissimi Alberto e Anna Colombo, io e Rosine vogliamo ringraziarvi per tutta la vostra gentilezza e l’ospitalità ricevute durante la nostra recente visita. Abbiamo veramente apprezzato tutta la tua devozione e tutto il lavoro fatto per la stesura del libro e per la cerimonia della scorsa settimana. Il tuo lavoro è stato un vero tributo per le vittime, per i loro familiari e per la comunità. Ti allego una lettera per gli olgiatesi che spero tu riesca a tradurre e a distribuire loro, magari pubblicandola sul giornale locale. Mi metterò al lavoro per trovare e spedire tutte le informazioni aggiuntive e le foto che spero siano interessanti per il tuo aggiornamento al libro. Ancora tante grazie, calorosi saluti».
Lettera agli olgiatesi di Donald Edward Lueke e Rosine Lueke:
«Abitanti di Olgiate Olona, Italia, mia moglie, Rosine, e io abbiamo visitato di recente la vostra comunità per partecipare alla Commemorazione del disastro aereo del 26 giugno 1959. Siamo rimasti veramente colpiti dalla Vostra generosità e ospitalità. Vorremmo esprimere la nostra gratitudine a ciascuno di voi, in particolare a chi ha duramente lavorato per creare, costruire e conservare il monumento e per chi ha organizzato la cerimonia del 26 giugno 2009. È stato, ovviamente, un lavoro d’amore. Gli eventi di questo fatale giorno nel 1959 hanno ricongiunto le vittime, i loro familiari e gli abitanti di Olgiate Olona in un’unica “famiglia” che si estende attraverso il mondo, avendo come città natale Olgiate Olona. Noi vorremmo ritornare un giorno a Olgiate, ma fino a quando non ci riusciremo terremo sempre nei nostri cuori il ricordo di questo viaggio e voi nelle nostre preghiere. Sentitamente».
Kathleen Ellis, USA - figlia di Frank William Ellis:
«Avevo quasi due anni e mia sorella Susan tre quando l’aereo di mio padre cadde a Olgiate Olona nel 1959. Crescendo, trovavo rare informazioni su quello che era successo, al di là di quello che mia madre sapeva e ci ha raccontato. Al liceo mi ricordo che andavo in biblioteca a cercare microfiches di ogni articolo esistente e anche allora trovavo poco. Infine, ho intrapreso una carriera nell’industria aeronautica sperando di scoprire qualcosa in più su chi fosse mio padre e su che vita avesse avuto. Ho lavorato per la Continental Airlines per più di 25 anni. (...) Non avere mio padre è stata una cosa a lungo privata e personale, solo qualcuno in famiglia e i più intimi amici lo sapevano. Non ho idea degli effetti che il disastro abbia avuto sugli abitanti che vivevano lì e su quelli coinvolti nei soccorsi. Prima di vedere gli articoli sul 50° anniversario, credevo che l’aereo fosse precipitato a Milano. Io e mia sorella abbiamo discusso della possibilità di visitare l’Italia e se avessimo saputo della Cerimonia di giugno saremmo venute. Comunque, abbiamo intenzione di venire lo stesso la prossima estate. Per favore estenda la mia più grande e affettuosa gratitudine agli abitanti di Olgiate Olona a nome mio e di mia sorella per la considerazione e la cura data alle vittime al tempo del disastro e per non aver dimenticato col passare degli anni. Sapere che lì ci sono persone sul luogo e nel tempo che hanno cura di altre che non hanno mai incontrato, mi riempie di una pace che porterò dentro al cuore ora e sempre».
Ann Rey Clam, USA - figlia di Jesus John Rey e di Anna Genova, sorella di Manuel Rey, nipote di Josephine Fuda e cugina di Domenick Fuda:
«Grazie dal profondo del mio cuore per il messaggio sulla cerimonia conclusiva [del 50°] del 12 dicembre 2009. Non potete immaginare la gioia e il conforto che ci arreca sapere che la vostra magnifica città e i volumi di Alberto Colombo dedicano attenzione ai nostri cari tanto da erigere un bel monumento memoriale e realizzare il libro con le immagini delle premurose attenzioni che i nostri morti hanno ricevuto allora, quando era così bisognosi di aiuto, devastati e lontani da noi. Ci voleva una città di gente compassionevole come Olgiate Olona ha dimostrato di essere per adempiere a così difficile compito. (...) Sono confortata con lacrime di gioia sapendo che mio padre, mia madre, mio fratello, mia zia e mio cugino sono ricordati da tutta la popolazione di Olgiate Olona con tutte le altre persone che perirono lì quel giorno».
Maria Enrica Ciserani e il marito Roberto Peschiera, Italia - familiari di Paolo Ciserani:
«Carissimo Alberto Colombo, abbiamo dovuto smaltire l’adrenalina prodotta venerdì 26 giugno prima di poter provare a mettere in fila un po’ di parole al fine di farvi capire quanta gioia ci avete regalato. Solo analizzando a posteriori il susseguirsi dei vari momenti della Commemorazione ci si può rendere conto di quanto lavoro e tempo sia stato impegnato per la realizzazione. Gentilissimo Alberto, sicuramente venerdì 26 giugno 2009 oltre a essere ricordato come il giorno della memoria per noi sarà il “Colombo’s day”, perché, è inutile negarlo, l’artefice primo dell’evento è stato lei con delicatezza, intelligenza, ma anche decisa convinzione. Scriviamo queste parole e le emozioni si sovrappongono; il momento, però, per noi più toccante è stato il concerto serale tenuto nella vostra splendida Prepositurale. La mamma [Anna Rocchetta, nda] ci ha pregato di ringraziarvi tutti, ma proprio tutti. Noi vi preghiamo di salutare tutti, ma proprio tutti: gli amici che abbiamo avuto modo di conoscere, ma anche coloro che non abbiamo incontrato e le persone dalle quali non ci siamo congedati, per involontaria distrazione, allontanandoci venerdì sera».
Maria Enrica Ciserani e le famiglie Belloni, Cavallanti e Ciserani, Italia:
«Gentilissimo dottor Colombo, per chi come me come strumento di lavoro non usa abitualmente la penna ricevere da parte delle famiglie Belloni, Cavallanti e Ciserani l’incarico di esprimerle sincera gratitudine per quanto ha fatto in memoria dei nostri cari non è certo facile. Sicuramente il “sasso” di cui parlava anche a Livraga non è caduto nello stagno: ha veramente rotto il “vetro” dell’oblio lasciando entrare “correnti” di memoria imprevedibili. Con la certezza che tutto il sacrificio da lei affrontato in questa ricorrenza per noi così sentita e importante le verrà ripagato con soddisfazione e successo è nostro piacere e dovere manifestarle enorme e sincera riconoscenza. A presto».
Angelo Capozzi, Paesi Bassi - nipote di Leonardo Armanetti:
«Alberto, sono senza parole per esprimere i miei ringraziamenti per tutto quello che tu e la gente di Ogiate Olona avete fatto per realizzare la bellissima Commemorazione di venerdì 26 giugno. Un grande grazie, un grande abbraccio!».
Leonard Capozzi, USA - nipote di Leonardo Armanetti:
«Caro Alberto Colombo, sono appena tornato a casa dopo due settimane in Italia e Olanda. Vorrei ringraziarti di nuovo per aver organizzato la Commemorazione del 50° anniversario della tragedia lì a Olgiate Olona. Avete fatto benissimo, benissimo, benissimo, e sono così grato a tutti voi. Con fortuna, tornerò in Italia con i miei genitori l’anno prossimo e verremo a vedervi. Saluti a tua moglie Anna».
Ellen Fantoni Sellon Puccinelli, Italia - figlia di Eleonora Kraft Fantoni Sellon:
«Caro Alberto Colombo, è con grande commozione che ricevo, anche da parte del sindaco di Olgiate Olona Giorgio Volpi che ringrazio, il vostro invito a partecipare alla Commemorazione del disastro aereo del 26 giugno 1959 nel quale perse la vita anche mia madre Nora Kraft in Fantoni Sellon. Come può immaginare, alle 17.33 l’evento sconvolse la mia vita e quella dei miei familiari. Avevo 25 anni. È anche con grandissimo interesse che vengo a conoscere l’esistenza del suo libro ‘Il disastro aereo del 26 giugno 1959 a Olgiate Olona’ e le comunico tutto il mio apprezzamento per un’opera che deve esserle costata tanto. Sono felice che le abbia dato anche tante soddisfazioni morali e psicologiche. Vorrei anche ringraziare di cuore il gruppo di volontari olgiatesi che ha lavorato con il Comune e la Pro loco all’organizzazione della solenne cerimonia. Cerimonia alla quale sarei molto desiderosa di prendere parte, ma alla quale devo purtroppo rinunciare per gravi ragioni familiari. Sarò comunque vicina ai partecipanti tutti con animo riconoscente e solidale. Ricambio di cuore il suo affettuoso abbraccio».
Helen Downes, pastore della Chiesa anglicana:
«Gentile signor Paolo Paletti, devo ringraziarla per la calorosissima accoglienza che ho ricevuto da lei e da tutte le altre persone che ho avuto il piacere di conoscere a Olgiate Olona. Sia David Markay [pastore della Chiesa evangelica metodista, nda] che io siamo rimasti veramente felici di aver avuto l’onore di partecipare a questa cerimonia così solenne e commovente, ma allo stesso tempo avvincente. Non dimenticherò mai questo giorno. Sono molto riconoscente inoltre alla Comunità di Olgiate Olona e al signor Colombo per il regalo del suo libro che è davvero un bellissimo ricordo dell’occasione. Oltre a lei, che ha organizzato tutto per quanto riguarda la mia partecipazione, vorrei ringraziare il signor Omero [agente della Polizia locale di Olgiate Olona, nda] per la sua gentilezza e disponibilità. È stato davvero un piacere parlare con lui nella mia lingua. Ringrazio anche il sindaco per il suo discorso così adatto all’occasione e tutte le altre persone con le quali ho avuto l’opportunità di parlare, come il parroco e una suora che svolgeva la sua attività nelle vicinanze al momento della sciagura. Sono entrata nel sito web di Olgiate Olona che è molto ricco e pieno di informazioni, che ho letto con moltissimo interesse. Sicuramente ci ritornerò per visitare il paese con più calma come semplice turista e per rivedere il monumento. Un caro saluto».
David Markay, pastore della Chiesa evangelica metodista:
«Carissimo Paolo Paletti, la ringrazio del tutto suo lavoro su la cerimonia del 26 giugno 2009 a Olgiate Olona. È stato veramente commovente e significativo per me... un’esperienza indimenticabile. Grazie, Pace».
Cristiano Comelli, Italia:
«Alberto, non so come ringraziarti per il 26 giugno 2009. Credo che sia stata una serata magica in cui non ha cantato la morte, ma la vita; perché quei morti chiedono di continuare a essere vita nei nostri ricordi, nei nostri pensieri, nelle nostre azioni. Non mi vergogno a dirlo, piangevo; perché, sebbene non ero parente di nessuno di quei morti, quel dramma mi ha toccato nel profondo: e, come dicevo, Terenzio ci ha insegnato che siamo uomini e nulla di ciò che è umano lo dobbiamo considerare a noi estraneo (“Homo sum, nihil humanum a me alienum puto esse”). A te dedico questa frase di Socrate che hai incarnato perfettamente col tuo lavoro lodevole per completezza, professionalità e cuore: “Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”. Grazie di cuore, da estendere a chi si è lodevolmente adoperato per organizzare la Serata».
Video testimonianza Chiara Milani
Chiara Milani, vicedirettore della redazione giornalistica di Rete55
Cerimonia conclusiva 50° anniversario del disastro aereo
Municipio di Olgiate Olona, sabato 12 Dicembre 2009
Buongiorno a tutti voi! E scusate se impegni precedentemente assunti come presidente della Junior Chamber International italiana mi tengono lontana oggi da Olgiate Olona. Il collega Alberto Colombo mi ha chiesto almeno un videomessaggio e io, nella speranza di non tediarvi troppo, volentieri lo registro.
Come “madrina” del primo libro di Alberto sul disastro aereo del 26 giugno 1959 avrei, infatti, tanto voluto essere con voi oggi nel giorno in cui il ricordo per le vittime si traduce in un gesto concreto di solidarietà per il paese su cui questa sciagura è caduta dal cielo, lasciandolo attonito a tal punto che per quasi mezzo secolo ha fatto rimarginare lo squarcio che ha dilaniato non soltanto la porzione di territorio su cui è piombata la fusoliera, come una sutura a cui non sono mai stati tolti i punti. Ricordo bene, infatti, come si presentava l’area dove sorge il monumento prima che Alberto riaprisse questa dolorosa pagina di storia locale: una stradina sterrata piena di erbacce dove era difficile che qualcuno si facesse largo per recitare una preghiera in memoria di chi lì perse la vita. Oggi, invece, la mia sensazione è che Olgiate Olona si sia riappropriata di quello spazio e, in un certo senso, di quel dolore a lungo soffocato.
Perché, se è vero che vittime non erano di queste parti, è altrettanto vero che qui i cittadini hanno visto schiantare l’aereo della TWA, qui hanno visto i corpi dei passeggeri dilaniati e hanno assistito alla chiusura delle bare, alla processione dei parenti sconvolti, al funerale con le salme allineate nella basilica della vicina Busto Arsizio: immagini che non possono lasciare indifferenti e che, a distanza di cinquant’anni, hanno fatto tornare le lacrime agli occhi alle persone che con le troupes di Rete55 ho intervistato in occasione della presentazione del libro e della cerimonia di commemorazione divenute oggetto della nostra trasmissione di approfondimento Vediamoci chiaro.
Ecco, come cronista ciò che più mi ha colpito è stato proprio il fiume di persone che si è riunito sul luogo della tragedia il 26 giugno 2009. Ricordo bene le immagini girate dalla telecamera in cui la processione proseguiva a perdita d’occhio. Come giornalista che da quindici anni segue da vicino le vicende del Varesotto so, infatti, che non è facile suscitare nella nostra gente, così restìa a mettere in piazza il dolore, una simile reazione di massa.
Perché c’erano, certo, i parenti delle vittime venuti da lontano, le autorità civili, militari e religiose, i bambini delle scuole e gli anziani testimoni della sciagura. Ma c’erano anche tanti cittadini richiamati dal genuino desiderio di condividere quel momento quasi per ridargli la giusta collocazione nella storia locale. Non mi ha, dunque, stupito che Alberto e l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Volpi abbiano voluto dare un seguito a questa avventura, a questo lavoro di ricerca documentale svolto con precisione quasi maniacale dall’autore del volume che ha scelto con cura ogni singola parola, senza mai indugiare sulla contemplazione del dolore, evitando così di cadere in una trappola molto insidiosa per chiunque faccia il nostro mestiere. Le immagini della Croce rossa italiana e di tanti altri autori che corredano il libro hanno poi avuto l’importante funzione di poter fissare quegli attimi che la sola penna non avrebbe potuto tratteggiare.
Così vi saluto e, come sempre al telegiornale, vi ringrazio per la cortese attenzione.
Altre testimonianze
Carol Z. Perez, Milano, Italia - nel 2009 Console Generale degli Stati Uniti d’America:
«Egregio signor sindaco Giorgio Volpi, la ringrazio per il suo cordiale invito alla cerimonia commemorativa dei tragici eventi verificatisi nel 1959, che si svolgerà il 26 giugno nel comune di Olgiate Olona. A causa di un impegno precedentemente assunto, purtroppo non mi sarà possibile partecipare. Desidero comunque ringraziarla per i nobili intenti e la decisione di dedicare una delle vie della vostra città e una lapide a ricordo delle vittime, tra le quali trentasei cittadini Americani. La vostra decisione mi onora e mi tocca profondamente, perché è una testimonianza che dimostra la forza e l’importanza dei legami che uniscono i nostri due Paesi. Colgo questa occasione per formularle l’espressione della mia massima stima e considerazione, unitamente ai miei più cordiali saluti».
Leone Soued, Milano, Italia - nel 2009 presidente della Comunità ebraica:
«Gentilissimo dottor Giorgio Volpi, sono onorato del suo cortese invito alla commemorazione della tragedia del volo del 26 giugno 1959, un fatto dimenticato eppure quanto mai attuale nella nostra epoca dove la ricerca dello scoop e della notizia vincono sulla memoria e la riflessione. Tuttavia, sono spiacente, poichè non potrò essere presente a questa vostra celebrazione: infatti troppo vicino è l’ingresso di Shabbath, giorno di festività solenne per la mia Comunità. Colgo l’occasione per augurarle una buona riuscita della sua cerimonia e per porgerle i miei più cordiali saluti».
Documenti correlati agli eventi commemorativi del 2009
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26 giugno 2009 - Commemorazione del 50° anniversario
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